venerdì 27 luglio 2012

Migranti

Canale della Manica, tra Francia e Inghilterra

Questa mi mancava. Un bel viaggio come quelli dei romanzi o delle biografie d'altri tempi. Ho deciso di emigrare a Londra, senza ben sapere cosa mi aspetta (a parte sei settimane di esplorazione estiva, ed una lingua che non mi è del tutto ignota), e di farlo in un modo un po' antiquato, ma che dà modo di mettersi nei panni dei vecchi migranti: viaggio in bus di 24 ore, innumerevoli controlli alle frontiere (Francia, Svizzera e ancora Francia), cambio a Parigi, attraversamento della Manica in traghetto, arresti o fermi, carichi sospetti.

A tratti esasperante, questo viaggio sarà unico ed indimenticabile. Iniziato con una corsa tra capo e collo, dovuta alle irrinunciabili pubbliche relazioni dell'ultimo minuto, alle 16.27 (15.27 secondo il nuovo orario) - mentre attraversiamo la Manica - non è ancora terminato. Farlo da soli può essere noioso, ma al contempo divertente: dà modo di osservare e gustare, e anche un po' meditare, questo passaggio di vita. In notturna, al primo controllo di frontiera, un ragazzo africano è stato obbligato ad abbandonare la compagnia; al secondo un somalo ubriaco, provocatore e molesto, è stato arrestato, dopo aver esasperato - e anche un po' fatto temere - i passeggeri che volevano dormire o viaggiare tranquilli. Lasciato Calais, che non so perchè mi ricorda D'Artagnan, tra pochissimo arriveremo sull'isola britannica. E non finisce qui.