mercoledì 26 dicembre 2012

Tramonti natalizi a sud-est


Minervino Murge, 26 dicembre 2012

A distanza di un anno dall’ultima volta, sono tornata nella mia terra. Ad accogliermi, un clima primaverile, così strano rispetto al Natale innevato e freddo a cui siamo abituati. Rispetto a tutte le altre volte, sono  felice di questo ritorno. Sarà che l’esser nomade, senza un posto “mio”, sempre ospite di qualcuno, ad un certo punto stanca. 

Riprendo possesso di un mio, seppur piccolo, spazio, arrangio una stanza che ormai è diventata – nelle mie lunghissime assenze – il laboratorio di cucito di mia madre, e finalmente ritrovo la possibilità di concentrarmi sulle mie cose. 
Con un tramonto più bello dell’altro alla mia destra, il profilo del Monte Vulture sullo sfondo e tanti colori che di giorno in giorno cambiano.

Dopo tanto tempo, oggi un’amica mi ha chiesto un lavoro dietro pagamento. E penso che sono mesi che non ho un lavoro, uno stipendio, che mi sono disabituata a chiedere soldi per qualcosa che so fare, che non vedo l’ora che questa situazione finisca, e che, nonostante tutto, mi sento serena e penso positivo.

Natale strano, questo. Felice di essere a Minervino, solita ritrosia a rivedere tutte le persone del mio passato, quantomeno tutte assieme. Sole e alte temperature, tanti libri da leggere (ora che con il Kindle non c’è limite di possibilità), incontri e telefonate con le persone più care, soprattutto quelle che essendo rimaste indietro a livello tecnologico, puoi solo raggiungere con una landline per parlarci comodamente.

Ho voglia di Camaldoli, oggi. E mi piacerebbe trascorrere lì il Capodanno che viene.
Cos’è tutta questa nostalgia? Forse la canzone che gira in sottofondo, per non sentire le urla del gruppo che gioca in soggiorno… “That I would be good” di Alanis Morissette


domenica 9 dicembre 2012

Asya

Istanbul (Asya), 9 dicembre 2012

Otto giorni fa lasciavo Londra, un po' triste e nostalgica, e arrivavo nella città ponte tra Oriente ed Occidente stanca, con troppi bagagli e zero voglia di tornare in Italia. Alla fine, tra nuove conoscenze, tante risate, delusioni e una scorpacciata di ottimi dolcetti turchi, mi ritrovo a casa di una gentile donna turca amante dell'Italia.

Il Cultural Innovators Network per certi versi è finito. Con Sertaç e Nagham avremmo voluto creare un organismo dal basso, composto di membri eletti in assemblea, ma i tedeschi sono rimasti spiazzati, e l'incontrollabile ed imprevisto come sempre è poco ben accetto. Ne prendiamo atto.

Tutto bello, ma è mancato un po' di coraggio e ardore rivoluzionario, non nelle parole, ma nella sostanza.

Resta la tenacia trasmessa da Rami nell'advocacy workshop, il sorriso dei ragazzi sudanesi, l'amarezza per un'occasione perduta, la dolcezza di alcuni.

E la convinzione di dover imparare, al più presto, l'arabo. I love you guys!

lunedì 26 novembre 2012

Le primarie viste da Londra

25 novembre 2012, le prime vere primarie del centrosinistra. Per chi ricorda le passate tornate, quelle in cui vinsero prima Veltroni, e poi Bersani - primarie dall’esito scontato, e sostanzialmente interne al PD - non c’è nessun paragone con quest’ultima. I candidati erano mediamente più forti (nonostante alcuni oggettivi svantaggi), e la presenza del leader di SEL ha portato qualcosa in più al dibattito di coalizione.

Stavolta ho avuto la fortuna di vivere questo straordinario momento di dibattito e partecipazione a Londra, la capitale dell’emigrazione dei precari di ultima generazione, dove ormai, probabilmente, l’italiano è la seconda lingua più parlata – dopo l’inglese, of course!

Il PD e SEL Londra hanno organizzato, nelle scorse settimane, due momenti di confronto tra i rappresentanti dei candidati, uno dei quali con il senatore Micheloni (eletto in circoscrizione estero), e poi allestito due seggi in città per quanti non avessero avuto la prontezza di registrarsi in tempo per il voto on-line, uno a Soho e l’altro ad Islington. Nel resto dell’isola sono stati allestiti altri seggi, precisamente ad Oxford e a Glasgow.

Ed ecco i risultati: a Londra città, totale votanti (ai seggi, escludendo chi ha votato online) 440, il triplo rispetto alle primarie del 2007 (120/140) - secondo quanto dichiarato da Massimo Ungaro, presidente del seggio di Islington. A Renzi sono andate la maggioranza delle preferenze (163), a Vendola 124, a Bersani 68, Puppato 16 e Tabacci 1, in controtendenza rispetto agli ultimi risultati sui seggi all’estero (Bersani 42,3%, Renzi 26,9%, Puppato 4,1% e Tabacci n.p.). Considerando i risultati dei seggi di Glasgow ed Oxford, le percentuali ufficiali sono le seguenti: Bersani 17,50%, Renzi 40,68%, Vendola 35,91%, Puppato 5,45%, Tabacci 0,23%.   

Avevamo bisogno, di queste primarie. In una fase in cui l’ondata grillina, populista e superficiale, sembra prendere il sopravvento, e in cui il centrodestra si misura con una crisi (di leadership, soprattutto) senza precedenti, il centrosinistra riformista e progressista doveva prendere in mano la situazione, prima di tutto facendo parlare la gente. E la risposta, evidentemente, c’è stata, con oltre tre milioni di persone. A dire che, nonostante l’antipolitica dilagante e la sfiducia, nel cuore dei cittadini italiani c’è ancora tanta voglia di buona politica.

È un bene che ci sia il secondo turno. Vuol dire che finalmente nulla può considerarsi scontato, e che si fa sul serio. Speriamo che subito dopo il voto, chiunque sia il vincitore, non ci si accontenti dei dati sulla partecipazione, ma si lavori per il programma della prossima coalizione…di governo.

martedì 16 ottobre 2012

Crocevia

Londra, Balham

Ho sempre avuto un debole per le città-crocevia. Londra pure sembra esserlo, più di Bruxelles, più di Parigi. Ci passa il mondo, e in questo oceano di persone, ci passano anche alcuni amici molto cari. Ebbene sì, se in Italia la routine e i cattivi collegamenti spesso tolgono energia e voglia a serate alternative lontano dalla propria città, Londra sembra offrire occasioni succulente. Convegni di lavoro, vacanze, corsi di lingua, passaggi a nord-ovest. Mille motivi, e con poco sforzo riabbracci persone importanti. È successo ancora, ed è bellissimo. Persino il controllore delle ferrovie South West si è commosso. In bocca al lupo amica mia, non c’è freddo nordico che possa resistere al calore del tuo cuore meridionale….

venerdì 27 luglio 2012

Migranti

Canale della Manica, tra Francia e Inghilterra

Questa mi mancava. Un bel viaggio come quelli dei romanzi o delle biografie d'altri tempi. Ho deciso di emigrare a Londra, senza ben sapere cosa mi aspetta (a parte sei settimane di esplorazione estiva, ed una lingua che non mi è del tutto ignota), e di farlo in un modo un po' antiquato, ma che dà modo di mettersi nei panni dei vecchi migranti: viaggio in bus di 24 ore, innumerevoli controlli alle frontiere (Francia, Svizzera e ancora Francia), cambio a Parigi, attraversamento della Manica in traghetto, arresti o fermi, carichi sospetti.

A tratti esasperante, questo viaggio sarà unico ed indimenticabile. Iniziato con una corsa tra capo e collo, dovuta alle irrinunciabili pubbliche relazioni dell'ultimo minuto, alle 16.27 (15.27 secondo il nuovo orario) - mentre attraversiamo la Manica - non è ancora terminato. Farlo da soli può essere noioso, ma al contempo divertente: dà modo di osservare e gustare, e anche un po' meditare, questo passaggio di vita. In notturna, al primo controllo di frontiera, un ragazzo africano è stato obbligato ad abbandonare la compagnia; al secondo un somalo ubriaco, provocatore e molesto, è stato arrestato, dopo aver esasperato - e anche un po' fatto temere - i passeggeri che volevano dormire o viaggiare tranquilli. Lasciato Calais, che non so perchè mi ricorda D'Artagnan, tra pochissimo arriveremo sull'isola britannica. E non finisce qui.