Glasgow,
22 febbraio 2014
Edward
Snowden, 30 anni, l’ex dipendente della CIA che ha svelato l’utilizzo dei dati
privati da parte del governo USA, è stato eletto Rettore dell’Università di
Glasgow con oltre tremila voti il 18 febbraio 2014. Sembravano uno scherzo del
tipo “vota Antonio” i manifesti appesi ad ogni angolo del Campus (“Vote Edward
Snowden”) e invece la campagna aveva qualcosa di reale oltre
che simbolico. Snowden vive da esule in Russia ed è diventato il simbolo della
battaglia contro la invasività dell’intelligence americana nella vita privata
degli individui di tutto il mondo, iniziata in modo sistematico e massiccio
all’indomani dell’11 settembre, con una legislazione antiterrorismo al limite
del costituzionale. Con questa elezione, gli studenti di Glasgow hanno voluto rendere
omaggio alla libertà d’informazione e d’espressione di cui ogni Università
dovrebbe essere veicolo.
Snowden
ha così commentato la sua elezione: "Sono grato agli studenti
dell’Università di Glasgow per questa dichiarazione storica in difesa dei
nostri valori condivisi. Questa decisione coraggiosa ci ricorda che il
fondamento di ogni apprendimento è audace: il coraggio di investigare, di
sperimentare, di domandare. Se non contestiamo le violazioni dei diritti
fondamentali delle persone libere di essere lasciate indisturbate nei loro
pensieri, associazioni e comunicazioni – di essere libere dal sospetto senza
causa – avremo perso il fondamento della nostra società pensante. La difesa di
questa libertà fondamentale è la sfida della nostra generazione, un lavoro che
richiede la costruzione di nuovi controlli e protezioni per limitare i poteri
straordinari degli stati sulla sfera della comunicazione umana. Questa elezione
dimostra che gli studenti della Glasgow University intendono aprire la strada,
ed è mio grande onore servire come loro Rettore”.
Il
ruolo di rettore non è di sola rappresentanza, ma presiede anche l’organo
incaricato di gestire le risorse dell’Ateneo. Su questo punto, vi è da qualche
mese un grande dibattito circa la decisione di destinare, da parte
dell’Università di Glasgow, oltre 19 milioni di pounds in fondi d’investimento di
combustibili fossili e compagnie quali Shell e BP. Gli studenti, con la
raccolta di oltre 1000 firme (nell’ambito della campagna
globale Go Fossil Free), chiedono di rivolgere tali investimenti ad altri
settori, come quello delle energie rinnovabili, in ragione dell’impatto negativo
che le industrie di combustibili fossili hanno e continuano ad avere sui
cambiamenti climatici.
L’elezione
ha suscitato commenti di ogni tipo. Da un lato, il prof. Scheuer della
Georgetown University (US) ha definito tale scelta un segnale di fallimento del
sistema universitario scozzese, poiché Snowden rappresenta a suo parere un
modello negativo, che ha tradito la propria patria e danneggiato sia USA che
UK. Dall’altro c’è il linguista americano Noam Chomski, che il 21 febbraio, in
collegamento dal suo studio via Skype, si è complimentato con gli studenti per
una scelta di libertà e indipendenza, mettendoli inoltre in guardia di fronte
alla tendenza sempre più marcata delle Università anglo-americane di utilizzare
i luoghi della creatività e della diffusione del sapere al servizio del
mercato. Durante il suo breve intervento, egli ha elogiato e supportato la campagna contro i contratti da “zero ore” (una tipologia di contratto “a
chiamata” introdotta in UK per favorire la flessibilità dei lavoratori
occasionali e part-time, molto utilizzata nel settore dell’istruzione, della
sanità e della ristorazione), che danno lavoro precario a più di 770 membri del
personale amministrativo.
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